L’opera, rispettando le componenti dell’ambiente, genera un ritmo decorativo dato da intervalli regolari tra i singoli moduli, linee oblique e rigonfiamenti. L’installazione è ispirata all’intervento presentato nel 1971 all’interno della gioielleria di Anny di Gennaro a Milano dove l’artista ha ricoperto l’intera superficie architettonica.
L’opera appartiene alla bieca decorazione, termine utilizzato in modo autoironico da Franco Mazzucchelli per raccontare la logica dell’oggetto-quadro come puro godimento estetico e il suo legame con le logiche commerciali. L’artista rivaluta questo manufatto da apprendere celebrando, attraverso l’uso del PVC, il suo valore scultoreo e “gonfiabile”.
Il programma potrebbe subire variazioni