SERGIO RACANATI – LUCTUS
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SERGIO RACANATI - LUCTUS

Opera sonora realizzata appositamente per l'Auditorium

Nell'ambito di Auditorium Parco della Musica | Stagione 2021-2022


Informazioni

Sabrina Vedovotto presenta 24 h in loop prodotto da CAPTA

i transiti astrali
cavalcando
i riverberi atavici
gli anelli
della nostra Aura-Soma
estendono
arcobaleni
tra noi
le galassie
e le ceneri vulcaniche
(tratta dalla poesia “apostasia malinconia” di Sergio Racanati, 2020)

LUCTUS – dal latino compianto. L’artista si appropria della forma di sostantivo maschile il cui significato è rivolto alla dimensione del Dolore collettivo per una sventura o per la perdita di una persona stimata oltre che a interi ecosistemi materiali e immateriali.
Evoluzioni, collassi, stracciature, smagliature. Così Sergio Racanati definisce il processo della sua opera sonora presentata all’Auditorium, appositamente realizzata per questa occasione; una scultura, come un monolite di ventiquattro ore che gira nella testa.
Luctus, questo il titolo dell’opera che si inscrive nella produzione artistica in cui Racanati crea una crasi nel tempo: il tempo che costruisce la storia, decostruendone le dinamiche inutili. Per l’artista scrivere è tutto, è poesia, è scrivere brani di letteratura, è creare dei film, è comporre sound; una scrittura anfibia la chiama lui, un ponte, un attraversamento, un continuo scambio di sensazioni, energie, bagliori, che nascono e si rivolgono al pubblico ogni volta in allestimenti site specific. Dimensione privata e dimensione pubblica si fondono, la sfera collettiva e sociale si fondono anche loro in un tentativo narrare ogni tipo di storia, che siano marginali, liminali, microstorie, che è poi questo che fondamentalmente intende fare l’artista.
In Luctus la narrazione è affidata completamente al sound: un susseguirsi di sonorità di matrice ambient, tekno, dark, progressive, minimal, danno corpo alla scrittura mutante, ibrida, spuria.
Non è più tempo di definizioni determinate, le parole sottendono maggiori forme di comprensione di quante se ne possano intuire. Questo sound è un mantra, un magic carpet, un suono all’interno del quale perdersi e ritrovarsi. E il suggerimento dell’artista dice: “spero sia una trans collettiva in cui ritrovare energie per una nuova palingenesi”.

Il programma potrebbe subire variazioni

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