La mostra intende indagare la possibile relazione e convivenza tra l’essere umano e gli altri esseri viventi, vegetali e animali, da sempre presenti sul pianeta. Se fino all’epoca preindustriale tale coabitazione non generava alcuna problematica, dall’Ottocento in poi l’evoluzione tecnologica ha comportato importanti cambiamenti. A partire dagli anni Duemila l’accelerazione del progresso, sempre più convulso/spasmodico, ha fatto registrare le prime conseguenze negative visibili in primis con i cambiamenti climatici. In un’epoca in cui l’artificio umano sta prevaricando sulla sfera vegetale e animale, l’artista Silvia Scaringella, partendo dalla riflessione di Spinoza Deus Sive Naturae (Dio ossia la natura), ha sentito l’esigenza di esplorare le correlazioni mimetiche ancora esistenti tra i comportamenti dell’umana collettività e gli esseri naturali, il rapporto albero-casa ovvero la casa ancestrale e il bisogno di costruzione umano, la relazione tra la morfologia dei fiori e lo scheletro umano, l’organizzazione societaria e, infine, l’attuale impossibile ipotesi di convivenza tra esseri appartenenti a diverse specie nello stesso spazio.
Villa Borghese, con la sua ricca vegetazione composta da alberi e arbusti che prosperano da secoli, è la fonte ispiratrice della mostra. Da questo ambiente naturale l’artista ha tratto i suoi primi studi, dedicati alla raffigurazione del mondo naturale.
L’esposizione, a cura di Maila Buglioni, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, prodotta e organizzata da Lamaro Arte, con il sostegno di Yourban2030, il patrocinio di Carrara City of Crafts and Folk Art, con il supporto tecnico di Tabularasa e in media partnership con HF4 comunicazione. Servizi museali Zètema Progetto Cultura.