Sonata a Kreutzer è un lungo racconto dedicato da Lev Tolstoj all’omonima composizione di L.v.Beethoven, affronta il tema del senso di colpa di un uxoricida. Il reo confesso, nel corso di un lungo viaggio notturno in treno, racconta ad alcuni testimoni i fatti, le cause, le “ragioni” che scatenarono l’azione criminale contro la moglie. Una donna giovane e bella, un uomo benestante e geloso, il potere di seduzione della Musica: questi sono i personaggi principali di una tragedia della follia maschile, pubblicata nel 1889, che sembra scritta oggi.
Sono argomenti scabrosi – soprattutto in ambito penitenziario – che Fabio Cavalli traspone nell’Italia di qualche decennio fa. Il lento cammino della carrozza ferroviaria, che culla i protagonisti del racconto, non attraversa le steppe russe, ma le campagne da Palermo, a Messina, fino alla fiera agricola di Rossano, sulla costa ionica della Calabria. Un viaggio, ancora oggi, lungo e noioso. L’importante è avere compagni di scompartimento “accettabili, meglio se interessanti…”. Nessuno dei viaggiatori – il Narratore, il Commerciante di maiali, il Commerciante di farina, l’Avvocato – immagina di sedere accanto a Pozdnyšev, l’uxoricida che era diventato celebre all’epoca del processo.
Gli interpreti, reduci da tanti successi teatrali e cinematografici col Teatro Libero di Rebibbia (a partire da Cesare deve Morire, Orso d’Oro alla Berlinale 2012), sanno come maneggiare la materia della colpa e della condanna. Sanno che il viaggiatore, Francesco De Masi, ammanettato sul treno per Rossano, è destinato al carcere di massima sicurezza. Quello che i viaggiatori notturni Juan Dario Bonetti, Giovanni Colonia, Marcello Lupo e Giacomo Silvano non possono immaginare, è che l’omicidio “è stato tutto per colpa della Sonata a Kreutzer di Beethoven!”, come grida il disperato assassino. Leonardo Ligorio, il passeggero silenzioso, conosce la verità nascosta nella mente dell’uomo, ma non la rivela.
Sul palco del Teatro Argentina, insieme agli attori detenuti ed ex detenuti di Rebibbia, ritorna la grazia musicale di Irene Moretti (voce, chitarra e violino) che accompagna la storia, incalzata dalle percussioni di Andrea Nunzi.
Con
Francesco De Masi, Juan Dario Bonetti, Giovanni Colonia,
Leonardo Ligorio, Marcello Lupo, Giacomo Silvano
con la partecipazione di Irene Moretti Voce, violino e chitarra e Andrea Nunzi Percussioni ed effetti
Alessandro De Nino Organizzazione
Laura Andreini Direzione di Progetto
Produzione La Ribalta – Centro Studi “Enrico Maria Salerno”