SUTH Festival

SUTH Festival

Seconda edizione del Festival che vede al centro il Mediterraneo

Nell'ambito di Bar India - Estate 2022

25.09.2022 ORE 20:00 Teatro India
Lungotevere Vittorio Gassman

Informazioni

SUTH Festival, giunto alla seconda edizione, nasce dall’incontro di NERO Editions e Bar India e da voce ad artisti di paesi mediterranei con proposte figlie di innesti e contaminazioni tra bagagli culturali diversi, molto urbani ma anche legate al folklore locale, che in qualche modo riferiscono al Mediterraneo

ECKO BAZZ
Dall’apparizione del suo debutto cult Tuli Banyo pubblicato su Hakuna Kulala nel 2018, il rapper e MC ugandese Ecko Bazz ha sfidato le percezioni della scena rap dell’Africa orientale. Il suo stile è difficile da classificare, mescolando elementi di grime, dancehall e hip-hop statunitense e distorcendo testi politicizzati in Uganda che esplorano la violenza, la religione, l’abuso di droghe o la povertà nei bassifondi.

CHRISMAN
Produttore, DJ e rapper di origini congolesi Chrisman ha iniziato la sua carriera musicale in tenera età sia come interprete nella band hip hop Young Souljah Empire che come tecnico del suono in uno studio di registrazione a Goma. Affascinato dalla vivace scena musicale di Kampala, ha deciso di trasferirsi in città nel 2019, dove è stato presentato alla crew di Nyege Nyege e presto gli è stata offerta una residenza artistica presso la loro sede.

INVERNOMUTO
Concepito nel 2003, Invernomuto è il progetto di Simone Bertuzzi e Simone Trabucchi dedicato al suono e all’immagine in movimento, ora di stanza a Milano. Black Med è la loro piattaforma che, sotto forma di archivio aperto, ospita musiche, parole e registrazioni provenienti dal Mediterraneo.

MAI MAI MAI 
Progetto audiovideo di Toni Cutrone, messa in musica ed immagini di un viaggio oscuro nella tradizione e nel folclore dell’Italia meridionale. Mai Mai Mai è un’indagine sonora che sviscera l’interrelazione tra riti pagani e cattolicesimo, tra natura e magia nella vita rurale, attraverso la manipolazione di suoni d’archivio e field recordings (registrati da Alan Lomax e Diego Carpitella negli anni ’50 e ’60) o collaborazione con musicisti “avant/etnici” contemporanei (Luca Venitucci, Lino Capra Vaccina…). Una “hauntology mediterranea” che, lontana da essere un semplice sguardo nostalgico, risveglia rumorosamente quegli Spettri di cui racconta e li evoca ad accompagnarci nella quotidianità.

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