Pluripremiato spettacolo internazionale: un’attrice e un grande burattino per una piéce magnetica, liberamente ispirata a Il gabbiano di Čechov. È un viaggio al limite della performance, un’immersione nella vita, inevitabilmente sfaccettata, di una grande attrice. È un infinito mise en abîme, un continuo gioco di specchi: una vecchia attrice nel crepuscolo della sua carriera torna a recitare sotto forma di burattino a misura d’uomo, che altro non è che la versione invecchiata dell’interprete Tita Iacobelli. Nel camerino si muove smarrita una vecchia attrice. Una giovane donna le si avvicina e le ricorda la ragione della sua presenza: interpretare il ruolo di Arkadina ne Il gabbiano di Anton Čechov. Sarà il suo ultimo ruolo. La sua memoria vacilla ma anche se non sa più chi è e non ricorda la sua parte, vuole comunque andare in scena. L’attrice confonde personaggio e memoria personale, la finzione si intreccia alla realtà. Ed è così che Tchaïka (gabbiano in russo) come ne Il gabbiano, erra fra passato e futuro, fra disillusioni e speranze, e prosegue per la sua strada.
scenografia Natacha Belova
luci Gabriela González, Christian Halkin
musica Simón González dalla canzone La pobre gaviota di Rafael Hernández
in consolle Gauthier Poirier
foto di Michael Galvez
produzione Ifo Asbl
con il sostegno di Financiamiento del Fondo Nacional para la Cultura y las Artes, Chili, la Fédération Wallonie Bruxelles-arts de la scène – service interdisciplinaire
in coproduzione con Mars-Mons arts de la scène, Théâtre Des Martyrs à Bruxelles,
Atelier Jean Vilar à Louvain-la-Neuve
in collaborazione con Le vie dei Festival
Miglior Spettacolo e Migliore Attrice, Círculo de Críticos de Arte de Chile, 2018
Premio del Pubblico come Migliore messa in scena dell’anno (premio Clap, 2018)
Il programma potrebbe subire variazioni