Teatro Mobile all'EUR.

L’E42 è l’ultima realizzazione architettonica in un paese sull’orlo del disastro bellico, un’opera a cui il regime attribuisce già dall’inizio una forte carica di significati simbolici che tracciano utopie e richiami metafisici
Più che una costruzione retorica, generica accusa attribuita, l’E42 segna una strada nuova nelle grandi realizzazioni del regime come il Foro Italico o la Città Universitaria contraddistinte da impronte funzionali evidenti. Questo ultimo incompiuto tema infatti si pone come una scenografia magniloquente fuori scala, tratti evidenti già dai disegni iniziali dei progetti. Ma al contempo l’E42 è un’onirica sintesi di caratteri modernisti in cui decine di architetti ed artisti e centinaia di maestranze lavorano all’unisono per configurare un expo internazionale, da trasformare dopo l’evento in un moderno centro direzionale. Le cose non andarono così ma dopo l’abbandono il grande complesso, la Città bianca come venne denominata per il candore dei suoi marmi venne completata, integrata da nuove progettazioni e resa funzionale per l’allestimento della XVII Olimpiade del 1960, a detta di molti la più bella di tutti i tempi.

Luigi Prisco
suono a cura di Matteo Orsini