Alla fine della città 2021
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Alla fine della città 2021

Accendere, creare, volare: tre verbi che caratterizzano il Festival

05.11.2021 ─
21.11.2021
Vari luoghi

Informazioni

Accendere, creare, volare: tre verbi, infiniti ma anche imperativi, per caratterizzare una rassegna, un festival, un appuntamento triennale.
“Alla fine della città” il secondo anno vuole creare. Creare un movimento, un’azione, un’attività, creare un ordine, una regola, una disciplina, creare un lavoro, un capolavoro, creare un’opera, un’opera d’arte, creare un percorso, un itinerario, un viaggio, creare una soluzione, un’interpretazione, una rappresentazione. Creare un gesto, anche studiato.
Creare, dal sanscrito “kar” attraverso il greco e il latino. Creare cioè fare, produrre, fabbricare, di più, generare. Un’intuizione, una folgorazione, un’illuminazione. Un colpo di estro e di genio, trasformato e realizzato, concretizzato e materializzato.
Creare un gesto artistico, come nella danza: e Virgilio Sieni, attraverso esercizi e contatti con la natura esplora la tattilità come fonte sorgiva.
Creare un gesto luminoso, come nel racconto su Marie Louise Fuller, a due voci (Rossella Battisti e Patrizia Hartman) e un corpo (Eva Paciulli), per ricreare i giochi di luce di una farfalla elettrica.
Creare un gesto di protesta, o di ribellione, o di tifo, come quelli della curva, in uno stadio di calcio, nel nome della propria squadra: qui con Fabrizio Parenti, attore e regista, e Marco Della Rocca, musicista, nell’Istituto Penale Casal del Marmo.
Creare un gesto sportivo, come nel caso di Caterina Banti e Ruggero Tita, olimpionici a Tokyo 2020 nella vela, classe Nacra 17, il primo equipaggio – la prima squadra – italiano con medaglia d’oro nella storia.
Creare un gesto musicale, come nel viaggio nella musica popolare, tra canti di lavoro e blues, tra canti di protesta e spiritual, con gli Scariolanti che rivisitano le strade percorse da Alan Lomax e Diego Carpitella negli anni Cinquanta
Creare un gesto viandante, come in un viaggio a piedi o in bicicletta, fra opere d’arte stradali, come i murales, valori ambientali e paesaggistici, e opere architettoniche che hanno vissuto storie, come parchi, ospedali e aziende agricole, oppure come in una
pedalata tra piste ciclabili e consulte cittadine sulla sicurezza stradale.
E ancora creare gesti istantanei, come con i teatrini (Fernanda Pessolano), o volanti, come con gli aquiloni, o ludici, come con i giochi meccanici (Museo degli Automata), o soprattutto scolastici, dove le scuole diventano teatri, palcoscenici, palestre artistiche
(Aurora Pica e Anna Paola Bacalov, Caterina Acampora e Benedetto Patruno). Sono infatti previsti mostre, laboratori e incontri nella scuola Pablo Neruda.
E’ una rassegna del contemporaneo tra metropoli e campagna, letteratura e follia, narrazioni e mappe interattive. Una rassegna multidisciplinare che prevede reportage fotografici e radiofonici, laboratori, proposte per esplorazioni/itinerari a piedi e a pedali, podcast di letture ad alta voce, consulte cittadine e incontri online, seminari di musica popolare e di movimento.
Il progetto triennale, arricchito dalla cronaca fotografica immediata (Polaroid) di Simona Filippini e raccontato nel radiodocumentario di Marzia Coronati, si svolge nel XIV Municipio, porta nord ovest di accesso alla città, lungo la traiettoria che va da Valle Aurelia al borgo di Santa Maria Galeria. In particolare nel 2021, come la punta di un compasso, pone il fulcro stanziale nell’area di Casal del Marmo, tra agricoltura biologica, carcere minorile, scuola di base ed ex manicomio Santa Maria della Pietà, e traccia le tappe itineranti nelle aree verdi: Riserva naturale dell’Insugherata, giardini di Villa Mazzanti, ciclabile Monte Mario.

Il progetto è vincitore dell’Avviso Pubblico “Contemporaneamente Roma 2020-2021-2022”

Il programma potrebbe subire variazioni.

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