La Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali propone per il secondo anno consecutivo il ciclo di incontri Artisti a Villa Borghese, ospitati in due luoghi evocativi all’interno del parco pubblico più noto della città: da giugno a luglio al Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese e da settembre e ottobre al Casino dell’Orologio, Salone del Pergolato.
Il programma di incontri si focalizza sulla cultura artistica contemporanea, con particolare riferimento al patrimonio artistico e naturalistico delle Ville storiche urbane, punto cardine dell’opera di tutela e valorizzazione della Sovrintendenza Capitolina, riletti però attraverso lo sguardo approfondito e multi-linguistico degli artisti d’oggi.
Gli artisti invitati, tramite i loro linguaggi, estetiche, stili e personalità diverse, propongono una nuova chiave di lettura, promozione e diffusione del patrimonio artistico, storico e naturalistico delle Ville storiche, attraverso una visione “altra”, come hanno insegnato i Surrealisti, quella appunto dell’arte. Quindi, attraverso un’ottica culturale “insolita”, diversa, “altra” appunto, l’artista è stato invitato a interagire, a dialogare e a confrontarsi con studiosi, critici d’arte e giornalisti di settore, su diversi piani comunicativi, come interviste, proiezioni video e art action.
L’inizio con Waterfall di Laura VdB Facchini, un tessuto grezzo di 350 cm lavorato in diretta dall’artista, ispirato all’acqua, nelle sue diverse accezioni, presente nei dipinti di Giorgio de Chirico della collezione del Museo Bilotti, in rapporto con l’ambiente visivo di Villa Borghese. Su altro versante linguistico l’incontro con una delle figure storiche della neo-avanguardia italiana del secondo Novecento, Lamberto Pignotti, nel tentativo di ricomporre le fila, ormai decennali (a partire dalla fine degli anni Quaranta), di creazioni artistiche e teorie estetiche che l’artista ha strutturato nel tempo e mai così presenti in questi ultimi anni, fra tecnologia, ambiente e poesia visiva. Di diverso impatto creativo l’art action Make Haring Great Again di Marco Petrella, il quale si raffronta con le fotografie di Stefano Fontebasso De Martino sullo storico passaggio di Keith Haring a Roma, al quale è dedicato sia l’action che l’incontro, A ricostruzione e memoria dei graffiti da questo realizzati nella Capitale e poi cancellati, il gioco creativo di Petrella di ricostruire un possibile – probabile – confronto quindi fra immagini dedotte dall’iconografia di Haring e le fotografie documento della presenza di Haring in città di Fontebasso.