Pasolini prossimo nostro
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Pasolini prossimo nostro

Rassegna cinematografica che ripercorre la produzione del regista con oltre cinquanta opere, alcune delle quali di cineasti che ne hanno seguito la lezione

20.10.2022 ─
08.12.2022
Palazzo delle Esposizioni - Sala Cinema
scalinata di via Milano 9 a, Roma

Informazioni

In occasione del progetto espositivo Pier Paolo Pasolini. Tutto è santo. Il corpo poetico, il Palazzo delle Esposizioni presenta la rassegna Pasolini prossimo nostro: In programma oltre cinquanta opere – molte delle quali presentate nel formato originale, la pellicola 35mm;– l’intera produzione del regista riletta da quei cineasti che ne hanno seguito la lezione nel raccontare la marginalità, come i suoi contemporanei Bolognini, Scola e Citti, i più recenti Caligari, Garrone, Corsicato, Ciprì e Maresco, Capuano, e D’Innocenzo, fino ai maestri stranieri Jodorowsky, Jarman e Dardenne.

I film di Pier Paolo Pasolini hanno avuto il grande merito di non somigliare a niente e a nessuno, forse perché Pasolini non era solamente regista ma anche romanziere, poeta, drammaturgo, saggista. Quei piani sequenza in bianco e nero sulle baracche e quei primi piani di volti segnati e ieratici di una Roma da Terzo Mondo non potevano non influenzare futuri cineasti volti a indagare luoghi e corpi della marginalità, palcoscenici naturali di speranza e maledizione di un mondo contadino che veniva pian piano sgretolato dal “miracolo economico”. Si possono pertanto riscontrare affinità in autori come Mauro Bolognini, Ettore Scola e l’amico e collaboratore Sergio Citti. Il mondo chiuso del sottoproletariato viene tradotto oltreoceano con ambienti degradati e urbani dalla ditta Warhol – Morrissey in film come Trash – I rifiuti di New York, il cui doppiaggio italiano fu curato proprio da Pasolini e Dacia Maraini. Mentre le felici commistioni tra il mito, l’apologo apocalittico e la fiaba in Edipo re, Porcile, Medea e Il fiore delle Mille e una notte hanno influenzato l’estetica e l’etica di molto Cinema Novo da una parte e delle visioni desertiche di Jodorowsky dall’altra. La rilettura trasgressiva di alcune fasi e personaggi storici da parte di Derek Jarman (Caravaggio) è debitrice dei Racconti di Canterbury e de La ricotta. Lo stesso Jarman ha impersonato Pasolini nel cortometraggio di Julian Cole Ostia. In linea con l’estetica dei romanzi “borgatari” e di Accattone, si trovano Amore tossico e Non essere cattivo di Claudio Caligari, che restituiscono non solo il degrado sociale ma anche il dramma della droga. Più legati invece a un’estetica nichilistica si situano i cinici Ciprì e Maresco, debitori sia al Ferreri più apocalittico che al Pasolini più disperante di Porcile e di Salò o le 120 giornate di Sodoma. Sono infine le prime opere pasoliniane, impegnate a pedinare il sottoproletariato romano, a ispirare maggiormente autori come i fratelli D’Innocenzo, Matteo Garrone, Matteo Botrugno e Daniele Coluccini, senza dimenticare i “vesuviani” Antonio Capuano e Pappi Corsicato.

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