Il progetto Performing Media!, per la sua terza edizione, dal 25 al 30 settembre, si sviluppa in una ricognizione teorica ed esperienziale, ludica e partecipativa, basata sull’apprendimento dappertutto attraverso i walkabout (esplorazioni partecipate radionomadi che generano geo-podcasting) condotti da Carlo Infante e una serie di performance e installazioni.
Si evolve il format del walkabout con le videoproiezioni nomadi, camminando di notte lungo l’Appia Antica e il suo outback, interpretando, in un inedito performing media storytelling, epigrafi e storie di tombaroli; si sviluppa l’attività di geo-podcasting con l’app di “realtà aumentata orale” Loquis, narrando storie come quella di Don Sardelli, il “Don Milani” degli Acquedotti; all’Accademia Nazionale di Danza si affina il processo formativo sul performing media, già avviato alla Scuola Nazionale di Cinema-Centro Sperimentale, con un workshop centrato sul rapporto tra corpo nei paesaggi umani e virtuali, con il progetto coreografico in realtà virtuale Touching in VR con Ariella Vidach e Claudio Prati– AiEP.
Momento cardine al Teatro Argentina: dopo il talk sul libro-librido Performing Media, un futuro remoto. Il percorso di Carlo Infante tra Memoria dell’Avanguardia e Transizione Digitale si va in walkabout tra gli uffici (ricordando Beppe Bartolucci) e i sotterranei del teatro, per un evento promosso con RomaEuropa Festival.
Infine al Parco Archeologico dell’Appia Antica si fa experience lab con brainstorming e walkabout su L’arte dello spettatore. La nuova rete del valore, tra partecipazione attiva e blockchain con installazione di Intelligenza Artificiale ed elaborati ipermediali (in soluzione NFT-Non-Fungible Token per la rete blockchain) degli studenti del corso di Performing Media al Dipartimento di Pianificazione Design e Tecnologia dell’Architettura di Sapienza-Università di Roma, insieme a Communia-Rete per i Beni Comuni che sta creando una comunità estesa d’innovazione sociale, di respiro nazionale.
Performing media è un concetto evolutivo, comporta una nuova sensibilità che permette d’interpretare l’innovazione digitale come un’espansione delle possibilità di comunicazione, per agirle e non subirle. Si tratta di tutto un mondo di pratiche creative che trova origine nell’ambito delle culture digitali e ancora prima del teatro di ricerca affinato ai media, sia radiofonici sia video, in particolare con il videoteatro, una peculiarità italiana sviluppata nei primi anni Ottanta, con la Postavanguardia. Un fenomeno che si è poi esteso alle più diverse articolazioni, tra performance e multimedialità, che si misurano con le trasformazioni dei linguaggi audiovisivi. Oggi il performing media riguarda sempre più lo sviluppo delle tecnologie dei nuovi media interattivi, mobili e geolocalizzati (su cui Urban Experience, con le sue “mappe parlanti” basate su geo-podcast, sta facendo scuola). I media possono diventare così performanti in via direttamente proporzionale alle nostre azioni innestate a progettazioni culturali ed educative. Ciò sta creando un nuovo paradigma per ciò che definiamo cultura: il rapporto tra uomo e mondo non è solo mediato da tecnologie meramente intese come strumenti ma comporta un’integrazione sensibile tra il naturale e l’artificiale, creando nuove opportunità di evoluzione antropologica e culturale.
Il programma potrebbe subire variazioni