Da una casa di morti
Opera in tre atti su musica di Leoš Janáček in un allestimento proposto in prima italiana e firmato dal regista polacco Krzysztof Warlikowski
Nell'ambito di Stagione Teatro dell'Opera 2022-2023
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Opera in tre atti su musica di Leoš Janáček in un allestimento proposto in prima italiana e firmato dal regista polacco Krzysztof Warlikowski
Nell'ambito di Stagione Teatro dell'Opera 2022-2023
Carcere duro, privazione della libertà, colpa e pena. Sono i temi affrontati dall’opera Da una casa di morti (Z Mrtvého Domu) di Leoš Janáček, ispirata alle omonime memorie romanzate di Fëdor Dostoevskij nelle quali lo scrittore racconta la vita dei detenuti in un campo di prigionia in Siberia, dove lui stesso era stato imprigionato per quattro anni. L’ultimo capolavoro del compositore ceco va in scena all’Opera di Roma dal 23 al 30 maggio, in un allestimento proposto in prima italiana e firmato dal regista polacco Krzysztof Warlikowski, Leone d’Oro della Biennale Teatro a Venezia e al suo debutto operistico nel nostro Paese. Lo spettacolo è realizzato in coproduzione con la Royal Opera House Covent Garden di Londra, il Théâtre de La Monnaie di Bruxelles e l’Opéra national de Lyon. Sul podio il giovane bielorusso Dmitry Matvienko, anche lui al suo debutto operistico in Italia. Classe 1990, nel 2021 ha vinto il Primo Premio e il Premio del Pubblico alla prestigiosa Malko Competition di Copenaghen.
Da una casa di morti è il secondo tassello di un progetto triennale dell’Opera di Roma dedicato a Janáček, inaugurato con la Káťa Kabanová della stagione 2021/2022 e che si concluderà nel maggio del 2024 con la rappresentazione di Jenůfa. L’opera è un lavoro corale, in cui i personaggi emergono di volta in volta dall’anonimato per raccontare i crimini che li hanno condotti all’incarcerazione, le proprie sofferenze e le violenze subite nei gulag siberiani. A reinterpretare e restituire alla riflessione contemporanea il soggetto della detenzione punitiva del libretto, realizzato dallo stesso Janáček partendo da Memorie da una casa di morti di Dostoevskij, è ora Warlikowski che, nel corso della sua carriera, è stato insignito di numerosi premi nazionali e internazionali per la spinta riformistica del suo linguaggio teatrale. Per questo allestimento ha ricevuto nel 2019 il premio per la Miglior Nuova Produzione agli International Opera Awards di Londra.
Sul podio sale Dmitry Matvienko che in Italia, nel 2020, ha ricevuto il premio della Critica e il premio Made in Italy al Concorso Cantelli di Novara. Accanto a Warlikowski e Matvienko, vi è un cast internazionale che vede in primo piano il basso-baritono statunitense Mark S. Doss – che torna a Roma dopo The Bassarids di Hans Werner Henze del 2014 – nel ruolo di Alexandr Petrovič Gorjančikov e il tenore Pascal Charbonneau nelle vesti del giovane tartaro Aljeja. Tra i tenori anche Štefan Margita (Filka Morozov), Erin Caves (Il grande prigioniero), Julian Hubbard (Skuratov), Marcello Nardis (Kedril), Pawel Żak (Il giovane prigioniero), Michael J. Scott (Šapkin), Christopher Lemmings (Čerevin) e Colin Judson (Il vecchio prigioniero), i baritoni sono Lukáš Zeman (Il piccolo prigioniero Nikita/Čekunov/Cuoco), Aleš Jenis (Il fabbro/Un prigioniero) e Leigh Melrose (Šiškov), il basso è Clive Bayley (Il direttore della prigione). Completano il cast Eduardo Niave (il prigioniero ubriaco), talento di “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma, Carolyn Sproule, unica voce femminile nel ruolo della prostituta, Maestro del coro è Ciro Visco. In linea con la produzione della Royal Opera House di Londra del 2018, la drammaturgia è a cura di Christian Longchamp e le scene e i costumi sono di Małgorzata Szczęśniak. Alle luci Felice Ross e ai video Denis Guéguin. I movimenti coreografici sono di Claude Bardouil.
Leoš Janáček nacque nel 1854 e morì nel 1928, dopo aver terminato Da una casa di morti. Tuttavia, i due copisti che lo avevano affiancato nel lavoro completarono parti dell’orchestrazione del terzo atto e sostituirono la marcia finale con un coro di libertà, nell’intento di dare al lavoro un’impronta più ottimista. La prima rappresentazione dell’opera avvenne il 12 aprile 1930 al Teatro Nazionale di Brno, due anni dopo la morte del compositore. Oggi, la maggior parte delle produzioni ripropone una versione depurata dalle modifiche dei due copisti. La partitura eseguita in questo nuovo allestimento si basa sull’edizione critica di John Tyrrell e Charles Mackerras pubblicata nel 2017.
In un campo di prigionia siberiano arriva un nuovo detenuto, Alexandr Petrovič Gorjančikov: è un giovane aristocratico, annunciato come prigioniero politico. Tra le vessazioni subite dalle guardie e i lavori forzati, i detenuti si presentano al nuovo arrivato, ognuno ripercorrendo la propria storia e i motivi della prigionia.
Musica di Leoš Janáček
Opera in tre atti
Libretto di Leoš Janáček da Memorie da una casa di morti di Fëdor Dostoevskij
Prima rappresentazione assoluta Teatro Nazionale di Brno 12 aprile 1930
Per la prima volta al Teatro dell’Opera di Roma
Progetto triennale in collaborazione con Royal Opera House di Londra
DIRETTORE
Dmitry Matvienko
REGIA
Krzysztof WarlikowskiMAESTRO DEL CORO Ciro Visco
DRAMMATURGO Christian Longchamp
SCENE E COSTUMI Małgorzata Szczęśniak
LUCI Felice Ross
VIDEO Denis Guéguin
MOVIMENTI COREOGRAFICI Claude Bardouil
PERSONAGGI E INTERPRETI
ALEXANDR PETROVIČ GORJANČIKOV Mark S. Doss
ALJEJA, GIOVANE TARTARO Pascal Charbonneau
FILKA MOROZOV (IN PRIGIONE SOTTO IL NOME DI LUKA KUZMIČ) Štefan Margita
IL GRANDE PRIGIONIERO Erin Caves
IL PICCOLO PRIGIONIERO NIKITA / ČEKUNOV / IL CUOCO Lukáš Zeman
IL DIRETTORE DELLA PRIGIONE Clive Bayley
SKURATOV Julian Hubbard
IL FABBRO/UN PRIGIONIERO TRAVESTITO DA DON GIOVANNI E DA BRAMINO) Aleš Jenis
UNA PROSTITUTA Carolyn Sproule
ŠAPKIN Michael J. Scott
ŠIŠKOV Leigh Melrose
ČEREVIN Christopher Lemmings
IL VECCHISSIMO PRIGIONIERO Colin Judson
ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA
Nuovo allestimento Teatro dell’Opera di Roma
in coproduzione con Royal Opera House Covent Garden, Londra, Théâtre de La Monnaie, Bruxelles, Opéra national de Lyon
In lingua originale con sovratitoli in italiano e inglese
Il programma potrebbe subire variazioni
Martedì 23, giovedì 25 e martedì 30 maggio ore 20
Sabato 27 ore 18
Domenica 28 ore 16.30
La prima di martedì 23 maggio può essere seguita anche in diretta su Radio3. Lo spettacolo è ripreso da RaiCultura e viene trasmesso su Rai5 giovedì 16 novembre 2023 alle ore 21.15
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