Il Mediterraneo è stato nell’antichità un crocevia naturale di scambi, incontri e interazioni culturali. Gli Etruschi, con le metropoli costiere di Cerveteri (l’antica Caere), Tarquinia e Vulci, oggi nel Lazio settentrionale, Vetulonia e Populonia, nell’attuale Toscana, hanno esercitato per gran parte del I millennio a.C. un forte controllo politico ed economico sul mar Tirreno e, tramite un’accurata gestione territoriale, hanno plasmato un paesaggio che ancora oggi appare fortemente distintivo della regione a nord di Roma.
Le città etrusche, che sorgevano su ampi pianori a qualche chilometro dalla costa, controllavano il territorio attraverso insediamenti collegati tra loro mediante complesse infrastrutture e gestivano i contatti internazionali grazie a una rete di approdi, porti ed empori precocemente strutturati. Ciò ha favorito – molto in anticipo rispetto ad altre aree dell’Italia preromana – le relazioni con popoli di cultura e organizzazione economica e sociale diverse, predisponendo il rapporto, storicamente cruciale, tra Oriente e Occidente.
Caere, in particolare, ha svolto con i suoi porti una funzione di primaria importanza quale hub commerciale di rilievo internazionale, grazie alla collocazione geografica sulla direttrice che portava verso le risorse minerarie dell’Etruria settentrionale. Un ruolo così rilevante da far guadagnare alla città il privilegio, caso unico per il comparto etrusco-tirrenico, di erigere nel santuario panellenico di Delfi un proprio edificio sacro (thesaurós). La città vantava anche un forte legame con Roma, tanto da essere prescelta come luogo adatto all’educazione dei rampolli della nobiltà romana (Livio IX, 36).
Gli scavi condotti a Pyrgi (Santa Severa, RM) a partire dal 1957 dalla Sapienza Università di Roma, sempre in collaborazione con la Soprintendenza archeologica, rientrano tra i più antichi e illustri “Grandi Scavi” dell’ateneo romano e hanno portato alla luce uno dei santuari più importanti del Mediterraneo, ubicato presso il porto della grande città etrusca di Caere. Negli ultimi anni le ricerche si sono indirizzate anche alla definizione dell’assetto urbanistico dell’insediamento e stanno interessando un’area di carattere pubblico destinata alla gestione di attività di tipo economico, amministrativo, doganale e di rappresentanza in relazione con il porto a partire almeno dalla metà del VI sec. a.C.
Dettagli sui relatori e informazioni sulla partecipazione nella pagina > I grandi scavi della Sapienza. Pyrgi, porto e santuario marittimo di Cerveteri
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