Di Giorgione conosciamo poco della sua vita e della sua opera, ma soprattutto non sappiamo cosa rappresentano i suoi dipinti più importanti, tra cui la celebre Tempesta. Questo libro cerca di dimostrare che per interpretare la Tempesta occorre considerare il problema del soggetto come un problema storico e di metodo, che riguarda la storia dell’arte più che la pittura di Giorgione. Se nel discorso sull’arte, che ha origine negli scritti di Leon Battista Alberti e Giorgio Vasari, il soggetto e l’arte sono valori distinti e autonomi (una cosa è il soggetto e un’altra il modo in cui è raffigurato), nell’opera degli artisti norditaliani della prima età moderna, e nella pittura di Giorgione in particolare, sono invece inscindibili e reciproci (il soggetto è letteralmente espressivo di un modo di dipingere). Solo a partire dalla comprensione di questa discrasia, che implica la possibilità di considerare il soggetto liberamente rispetto alla tradizione letteraria e figurativa da cui deriva ma in stretto rapporto alle qualità formali dell’opera che lo raffigura, si possono capire, oltre che il soggetto della Tempesta, la qualità peculiare della pittura di Giorgione e le sue alterne fortune nella letteratura artistica.
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